Connettere l’Italia: il piano generale dei Trasporti e della Logistica

Connettere l’Italia: il piano generale dei Trasporti e della Logistica

L’ambizioso piano previsto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) durante il ministero di Graziano Delrio è attuale oggi come lo era quando è stato approvato. Sarebbe però il caso di rivederne gli obiettivi alla luce della recente discussione nazionale sul fermo della grandi opere pubbliche.

L’obiettivo generale del piano è di assicurare la piena mobilità a cittadini e merci sul territorio nazionale, rendendo l’Italia un paese accessibile per i mercati internazionali. Come?

  1. Accessibilità ai territori, all’Europa ed al Mediterraneo
  2. Qualità della vita e competitività delle aree urbane
  3. Mobilità sostenibile e sicura
  4. Sostegno alle politiche industriali di filiera

Le strategie individuate per il raggiungimento di questi obiettivi includono:

  • la creazione o il rinnovamento di infrastrutture utili, snelle e condivise;
  • l’integrazione modale e intermodale dei trasporti italiani;
  • uno sviluppo urbano sostenibile;
  • la valorizzazione del patrimonio infrastrutturale esistente.

Nella visione del MIT, lo scopo sarebbe quello di raggiungere un riequilibrio modale a favore di modalità di trasporto sostenibili e la riduzione delle quote modali di mobilità su gomma: il che significa potenziare il trasporto merci via nave e su ferro per i traffici nazionali e internazionali, ma anche aumentare l’efficienza e migliorare il trasporto su gomma.

Più concretamente, la strategia prevede la cosiddetta “cura del ferro”, cioè “lo sviluppo della rete nazionale in termini di manutenzione e potenziamento dell’infrastruttura; l’integrazione con le reti europee, in coerenza con il disegno comunitario di creazione di un unico network ferroviario; l’interazione della rete ferroviaria nazionale con le altre infrastrutture di trasporto, in termini di programmazione dei servizi oltre che degli investimenti, al fine di costruire una rete multimodale che migliori l’accessibilità complessiva del sistema di trasporto nazionale ed offra una struttura di reti e servizi integrati.” 

Nel contratto con la Rete Ferroviarie Italiane oltre il 74,2% degli investimenti è destinato a potenziare e velocizzare le infrastrutture esistenti: 487 milioni di euro per interventi di upgrading e 1,2 milioni di euro per la sicurezza ferroviaria.

Dall’altro lato, la “cura dell’acqua” per migliorare il trasporto marittimo ha come quadro di riferimento il Piano Strategico della Portualità e della Logistica e i suoi decreti attuativi. La strategia prevede la semplificazione delle procedure per escavi e dragaggi per la manutenzione nei porti (regolamento MIT-MATTM in definizione).

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Quali sono invece i progetti del MIT per la movimentazione di merci e passeggeri sulla rete stradale?

Di prioritaria importanza rimangono gli obiettivi relativi alla sicurezza, alla qualità e all’efficientamento delle infrastrutture, programma che si lega all’attuale piano manutentivo del patrimonio già esistente.

Dopo i fatti di agosto a Genova, questa sezione del documento appare ancora più importante. Il MIT ha previsto infatti l’avvio di una “significativa azione programmatica di manutenzione e messa in sicurezza – limitando l’aumento della capacità delle infrastrutture solo laddove queste siano in congestione da traffico o comunque non garantiscano un livello di connessione e di servizio adeguato.”

Nello specifico le linee d’azione prevedono:

  • 1,1 milioni di euro investiti per manutenzione e messa in sicurezza della rete ANAS (+ 1,1 nel Contratto di Programma ANAS)
  • Più investimenti per superamento colli di bottiglia (Contratto di Programma RFI e PON Infrastrutture e Reti 2014-2020)
  • Smart road (ma si tratta ancora di un’iniziativa in fase di sviluppo

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